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martedì 17 giugno 2014

Ultime lettere di Jacopo Ortis - Ugo Foscolo

Ciao a tutti, ragazze e ragazzi.
Nuova recensione su un classico della letteratura italiana, che a me è decisamente piaciuto.
Un saluto e a presto.


Che il non conoscere gli uomini è pur cosa pericolosa; ma il conoscerli quando non s’ha cuore da volerli ingannare è pur cosa funesta!


Titolo Ultime lettere di Jacopo Ortis
Titolo originale Ultime lettere di Jacopo Ortis
Autore Ugo Foscolo
Edito Oscar Mondadori
Prezzo 8,50 €
Pagine 192
Genere Romanzo epistolare

Io ti feci nascere perché tu anelando alla tua felicità cospirassi alla felicità universale; e quindi per istinto ti diedi l’amor della vita, e l’orror della morte.

TRAMA
Fuggiasco da Venezia, dopo Campoformio, Jacopo si isola sui Colli Euganei. Qui conosce Teresa e se ne innamora, ma sa che questo è un amore impossibile, perché Teresa è promessa a Odoardo. Jacopo si mette in viaggio per l'Italia, senza una meta e ovunque vede la tragedia dell'oppressione straniera, né lo consolano le bellezze naturali o la saggezza del vecchio Parini, incontrato a Milano. La tragica conclusione è una denuncia al mondo di una doppia delusione.

Dopo aver studiato a scuola le principali lettere, la voglia di leggere questo romanzo è subito accresciuta in me. Proprio per questo, ho deciso subito di iniziarlo, con la speranza di amarlo. E così è stato.

I personaggi sono molteplici, ma io ho deciso di soffermarmi sui principali.
Direi di partire dal nostro protagonista, Jacopo Ortis, il quale si ritrova a fuggire e ritirare nei colli Euganei, proprio per la presenza del suo nome nelle liste di proscrizione. Rappresenta il cosiddetto 'Eroe Romantico': si contrappone alla società e ha un senso e desiderio sfrenato di libertà e individualismo.
Il nostro Jacopo, però, una volta visto il "sacrificio consumato" della sua patria, viene inondato da una voglia di suicidio; qualcosa, però, lo trattiene dal farlo. È l'AMORE per una ragazza, è l'amore per Teresa.
Teresa è una ragazza che appare molto bella e che si trova a ricambiare l'amore per l'Ortis.
Il loro amore sarà però impossibile, perché Teresa è già stata promessa in sposa a Odoardo, e non può  più tirarsi indietro.

Mi sento tuonare nell'anima quella sentenza: Non sarò vostra mai!

Inizia quindi il lungo viaggio dell'Ortis che, attraverso le lettere destinate all'amico Lorenzo Alderani, cercherà di superare il dolore provato. Grazie a questi due personaggi, Foscolo mostra quella che è la sua visione pessimistica, e riesce ad affrontare molteplici tematiche, una delle quali riguarda le ILLUSIONI; difatti, si vede ora il protagonista resistere alla tentazione del suicidio proprio perché ha ancora delle speranze, delle illusioni, delle ragioni per cui vivere.

Cos'è più l'universo? qual parte della terra potrà mai sostenermi senza Teresa? e mi pare di esserle lontano sognando. Ho avuto io tanta costanza? e m'è bastato il cuore di partire così - senza vederla? né un bacio, né un unico addio! A minuto a minuto credo di trovarmi alla porta della sua casa, e di leggere nella mestizia il suo volto, che m'ama.
Fuggo; e con che velocità ogni minuto mi porta ognor più lontan da lei. E intanto? quante care illusioni! ma io l'ho perduta. Non so più obbedire né alla mia volontà, né alla mia ragione, né al mio cuore sbalordito: mi lascerò strascinare dal braccio prepotente del mio destino.
Addio.

Le ambientazioni sono ricche di dettagli e sono, in moltissimi casi, tipicamente romantiche.
In quasi tutte le lettere ci troviamo davanti a 'scenari' sempre nuovi e sempre diversi dagli altri, dei quali Foscolo mette in risalto solo gli aspetti principali e fondamentali.
Notiamo un rapporto uomo-natura, dove le sensazioni e i sentimenti dell'Ortis sono conformi alla natura e all'ambiente circostante: vi sarà un paesaggio selvaggio, spoglio, quando il protagonista proverà delle sensazioni negative, e un paesaggio verde, ombroso, quando l'Ortis proverà sensazioni positive.
Questo romanzo epistolare è molto particolare e richiede diverso tempo per esser letto, nonostante non sia composto da moltissime pagine. L'italiano dell'800 non è difficile, però consiglio una versione che presenti delle note (come questa della Oscar Mondadori), che permettono una comprensione completa e ottimale del libro.
Ho notato un rallentamento del ritmo di lettura nella seconda parte del romanzo, probabilmente perché porta a riflettere di più il lettore. Tuttavia, non scende mai nel noioso e si è sempre curiosi di andare avanti con la storia.
Il finale, prevedibile o meno, conclude perfettamente il libro.
L'evento che accade alla fine permette di arrivare a questo epilogo triste, malinconico, ma che non poteva essere pensato in maniera differente.
L'Ortis riesce così a mostrare la sua grande delusione, la sua voglia sempre più alta di non voler più vivere, perché la sua vita, ormai, non ha più senso.
Una lettura che assolutamente consiglio, un romanzo epistolare ricco di tematiche tuttora attuali, che porta il lettore a lunghe riflessioni.

Coloro che non furono mai sventurati, non sono degni della loro felicità

VOTO FINALE